Buona Pasqua, di Pace ?

di Marco Marini, studioso di storia e geopolitica mediorientale

Questa volta le riflessioni le esprimo in prima persona. Chi mi conosce sa qual è il mio interessamento per tutto ciò che riguarda il Medio e Vicino Oriente. Abbraccia tutti gli aspetti di quelle culture, dalla Religione alla lingua, dalle vicende storiche alla Bibbia, ai viaggi e cosi’ via. Forse un po’ dispersivo, come mi faceva
notare un amico. Sarà, ma ho potuto conoscere tante persone che mi hanno insegnato e guidato verso scelte che mi hanno avvicinato ad altre persone. Ho studiato sia la lingua araba che quella ebraica, servite giusto per capire qualche mio interlocutore incontrato in Europa o in Nord Africa oppure in Terra Santa.
Chiamatela come volete, Palestina, Terra Santa, Israele. Qui spesso vieni salutato con la parola “PACE” , che in questi anni mi risulta un po’ blasfema. La mia “passione” si è affievolita in questi anni. Ho smesso di entusiasmarmi per i giochi di parole tipici della lingua ebraica, ricca di acronimi o per il fascino che suscitano le parole del Profeta scritte nel Sacro Corano. Perché ho notato che in quei luoghi le storie le
sanno raccontare bene. Quando si cerca di studiare la Bibbia, il libro più letto e stampato al mondo, ci accorgiamo che quella cattolica è diversa da quella anglicana o protestante, per non parlare di quella ebraica, tradotta dall’aramaico all’ebraico e da li’ al greco e al latino. Ricordo che un monaco buddista mi spiegò il senso delle parole “carne e sangue” dell’ultima cenai Cristo, un po’ diversa da quella che ho imparato al Catechismo. O alla vocalizzazione univoca del Sacro Corano, cioè la segnatura delle vocali, nella
scrittura del testo, mancante normalmente negli scritti in lingua araba; nel sacro testo il significato deve essere unico. Ma l’uomo ha sempre interpretato personalmente questi testi. Perdonate la banalità, ma come affermano certi atei, nel nome di Dio sono stati perpetrati i più efferati delitti contro l’umanità. Nella Bibbia si parla per esempio del Diluvio Universale, si cerca di studiare quando questo sia avvenuto, non è
importante ma l’evento è citato in altri testi quali l’epopea di Gilgamesh, che appartiene alla letteratura sumera, divinità o eroe religioso. Possiamo ritenere quindi che il disastro naturale si avvenuto, in quanto citato da altre fonti. Ma per il resto ? Alcuni studiosi europei hanno cercato tracce nella storia ed archeologia di personaggi o fatti citati nel Sacro Libro, ed hanno incontrato qualche difficoltà. Per esempio
ci sono più tracce della presenza di Re Davide che non del figlio Salomone. Ricordo che qualche anno fa durante i massacri perpetrati in Algeria, durante la guerra civile degli anni novanta,dove, prima dei macellai dell’ISIS, venivano sterminati interi villaggi, a qualche “rappresentante” dell’AIS (Armata Islamica di Salvezza)e della GIA (Gruppi Islamici Armati), prudentemente rifugiati all’estero, si chiedeva se era giusto
sgozzare anche i bambini e questi tranquillamente rispondevano che in qualche modo erano colpevoli. A tal proposito si scopri’ anni dopo la pacificazioni in quella martoriata terra, che alcuni speculatori francesi avevano qualche interesse nella lottizzazione di quei villaggi distrutti ed abbandonati dalla popolazione.
Chiesi anch’io ad un amico arabo di trovare nelle sure (capitoli) del Sacro Corano qualche riferimento a questa situazione, chiaramente non la trovò perché non esiste. I bambini, sacri per tutte le religioni, in quanto prosecutori delle tradizioni religiose e non. Sono le principali vittime di questi luoghi. A cominciare
dalla cosiddetta “Strage degli Innocenti” perpetrata, secondo il racconto evangelico di Matteo, da Erode il Grande per cercare di uccidere il “Re dei Giudei”. Episodio storico dubbio, non citato da Flavio Giuseppe, fonte principale della storia giudaica. O dell’Angelo della Morte che attraversò l’antico Egitto e che colpi’ i figli degli egiziani a partire dal Faraone perché non permise agli ebrei di lasciare quel paese nonostante la
richiesta di Mosè. (da qui’ Pasqua, Pesach in ebraico, che ricoda il passaggio del Mar Rosso da parte del “Popolo Eletto”). Fino ad arrivare alla Shoah, dove le prime vittime furono proprio i bambini. Nel racconto biblico Giacobbe, figlio di Isacco, figlio a sua volta di Abramo e Sara, che prese il nome di Israele, datogli da Dio, (significa lottò con Dio e vinse), poco prima di morire volle incontrare non il figlio ma i nipoti. Questa storia per dare importanza alla progenie, discendenza della stirpe. Oggi osserviamo ancora una volta una strage di innocenti, che non si è mai fermata in questi 76 anni dalla creazione dello Stato di Israele. Dalla ‘ Ma’alot ‘ ,una strage di bambini ebrei nel 1968, a tutti i figli palestinesi uccisi nelle varie guerre svolte senza pietà con un dispiego di mezzi che porta il numero delle vittime recenti dal 7 ottobre dello scorso anno ad un numero
totale di morti superiore a quelli degli ultimi vent’anni. Ho già scritto che Israele adotta il principio biblico del restituire il male subito moltiplicandolo per “70 volte 7”. Si pensi che il famoso “occhio per occhio, dente per dente” spesso si risolveva con un indennizzo alla vittima e non necessariamente ad un dannofisico per il colpevole, anzi sembra proprio che questo principio non venisse quasi mai applicato. Un altro
amico mi disse che questi popoli , secondo la Bibbia, non troveranno mai la pace se non fino alla distruzione di uno dei due, in questo caso ci si riferisce al popolo ebraico. Troppo profetico ? Non saprei ma questa realtà sembra dargli ragione. Ma dove sono quei movimenti pacifisti che vedevamo in Israele (Pace Ora, Peace Now, Shalon Achav), ora sfilano per le strade di Tel Aviv perché Netanyahu vuole modificare i poteri
della Corte Suprema di Israele. Ma per i Palestinesi ? Dove sono i pacifisti ?, perché no gridano a gran voce di applicare la risoluzione degli accordi di Oslo? Perché non permettere la creazione di uno Stato Palestinese credibile, autonomo ed economicamente forte? Perché gli israeliani non lo vogliono e tengono
in cattività un intero popolo nella più grande prigione del mondo? Questa situazione ha rinfocolato l’antisemitismo in tutto il mondo, anche se il mondo disattento non si è accorto delle violenze subite tutti i giorni dagli ebrei nel mondo, dalla civile Europa (Francia, Belgio e Germania) al Sud America. Cosa c’entrano
gli ebrei a Buenos Aires con i fatti del Vicino Oriente? Forse la risposta la trovo nella mia emeroteca dove un articolo di un settimanale del 1973 cita “La Sinagoga di Roma, retroguardia di Israele”. Ecco questo rappresenta Israele per gli ebrei del mondo, una speranza anche laica, un’ideale, un qualcosa in cui ci si può
riconoscere e che ti protegge in ogni parte del mondo. Anche se nella sua storia questo paese ha sbagliato molte volte e che il Mossad, efficiente vero, ma non ha poi protetto gli israeliani e gli ebrei nel mondo, basta vedere quello che è successo il 7 ottobre 2023. O forse il primo ministro israeliano sapeva ed ha taciuto per sbarazzarsi una volta per tutte dei capi militari di Hamas? Questo ce lo dirà la storia in futuro.
Personalmente ho molti dubbi sulla risoluzione immediata di un conflitto quasi secolare tra israeliani e palestinesi. Visitando il Tempio a Roma, la nostra guida, una signora ebrea di Roma, ci disse che la Palestina non esisteva al tempo dei romani e che il nome le venne attribuito proprio dagli occupanti. La parola ricorda la Philistina, i filistei, ricordiamo Davide e Golia?. Perché affermare questo ? Alla presentazione di
un libro a Cagliari un giornalista israeliano, ma italiano di nascita, rispondendo ad un intervento di un signore molto emozionato, o forse straniero (palestinese?) disse che ormai gli ebrei erano in medi oriente e ci sarebbero restati anche se avessero dovuto bombardare qualche città araba (?!?). Un altro ebreo disse
che lui non poteva perdonare il male subito e che solo il Signore poteva farlo, bella assunzione di responsabilità verso gli altri e la Pace. Anche Liliana Segre trova difficile perdonare la Shoah, ma cerca un dialogo col mondo anche avverso a lei. Spero che nessuno mi accusi di antisemitismo, vista la mia conoscenza della Shoah e le mie relazioni sull’argomento svolte in vari incontri. Antisemitismo che è nato
col cristianesimo, ricordo. Oggi dopo il 7 ottobre tutto è più difficile, ma la speranza è sempre dietro l’angolo come ci ha dimostrato la Guerra del Kippur del 1973. Israele è stata ridimensionata dalla sua strapotenza del 1967, ed il compianto Presidente egiziano Sadat è volato a Tel Aviv per fare la pace coi suoi vecchi avversari, cosi come fece poi la Giordania, e gli accordi di Camp David e di Oslo fino ai cosdidetti
Accordi di Abramo dell’agosto 2020, dove Israele ha normalizzato i rapporti con gli Emirati Arabi Uniti ed Bahrein (ma secondo me oltre agli U.S.A, dietro c’è anche l’Arabia Saudita, perché Israele conduce una guerra sotterranea con l’Iran, tradizionale nemica di Riyad). Speranza che dobbiamo sostenere, con tutte le
forze senza pregiudizi e odio verso questi due popoli, nostri fratelli per aspetti comuni più di quanto possa sembrare. E come si salutano gli ebrei durante la loro Pasqua diciamo “L’anno prossimo a Gerusalemme”, un saluto di pace e appunto di speranza. Buona Pasqua !

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