Il racconto del Cagliari: con un po’ di sofferenza, si festeggia di più

di Daniele Madau

I festeggiamenti dopo la vittoria

Promesso, questa volta sarò più preciso, essendo proprio in tribuna stampa e con un bello schermo davanti: del resto, la prima vera sfida salvezza, per non chiamarla ‘spareggio’, lo richiede.

Partiamo, quindi, dalle formazioni:

Cagliari(4-4-1-1): Scuffet, Dossena,Nandez (64° Viola), Lapadula (64° Oristanio), Deiola, Jankto (64° Azzi), Mina, Augello (76° Wieteska), Zappa, Makoumbou, Gaetano (46° Shomurodov)

Salernitana (3-5-2): Ochoa, Bradaric, Weissman (64° Simy), Fazio, Coulibaly (73° Gomis), Kastnos, Maggiore, Tchaouna, Manolas (46°Pirola), Zanoli (73°Sambia), Candreva

Arbitro: Fourneau

Ammoniti: Augello, Kastanos

Spettatori: 16.118

Reti (4 – 2):  Lapadula, Gaetano, Shomurodov, Kastanos, Maggiore, Shomurodov

Lo stadio è sempre pieno, la percentuale di riempimento, da inizio campionato, è una delle più alte della Serie A; il tifo sempre caldo: uno di quegli aspetti che fa commuovere il nostro ‘mister and commander’, Ranieri.

E’ anche la gara di un ex particolare, Liverani: scommessa non vinta di Giulini, colui che ha aperto le porte al grande rientro dell’allenatore romano. Al contrario, l’ex primavera rossoblu, Liverani, ha accettato davvero una sfida ardua, facendosi, forse, convincere dal carisma di Sabatini.

Quanto sia importante la fiducia che si è creata nella ciurma intorno al nostro ‘commander’, dopo la resa dei conti con la Lazio, si capisce subito con l’approccio alla gara dei rossoblù, di carattere. Al 14° lancio di Zappa, Lapadula scarta Ochoa e porta in vantaggio i rossoblu. Al 19° Jankto sbaglia solo davanti alla porta, ma era in fuorigioco.

La Salernitana soffre il gioco del Cagliari, quello tipico di Ranieri, e cioè i lanci lunghi, soprattutto dalle fasce, verso Lapadula o verso i centrocampisti che si inseriscono negli spazi lasciati liberi.

L’atmosfera anche in tribuna stampa è serena, si scherza, tutto sembra filare liscio – mentre anche la gara ha un momento di stanca, a metà primo tempo, dopo le scintille inizili – e sembra un sabato pomeriggio di vacanza, dopo una settimana di lavoro, allietato dai cori dei bambini della ‘Curva Futura’.

Il Cagliari insiste, con incursioni soprattutto dalle fasce, dando l’impressione di aver ben in pugno la gara e di giocare con la mente libera, provando, anche, a concedere qualcosa di più al gioco. E’ la prima volta che capita, in questo campionato.

Al 37°, goal annullato per fuorigioco a Gaetano che, comunque, dimostra ancora le sue qualità: visione di gioco, tocco di palla, personalità. Tutte qualità confermate nel secondo goal, un meraviglioso contropiede voluto con forza da Nandez e finalizzato con un dribbling a rientrare dal trequartista del Napoli. Alle qualità di prima, dunque, dobbiamo aggiungere proprio il dribbling. A Cagliari sta rinascendo.

Il secondo tempo, inizia come un sogno: al 51°, anticipo di Augello per un nuovo contropiede – delizia del menù dello chef Ranieri -, tocco per Shomurodov e palla sotto le braccia di un –ca va sans dir – non impeccabile Ochoa.

Di seguito, però, la prima prima parata di Scuffet, da minimo sindacale, su un debole tiro da dentro l’area e il, bel, goal di Kastanos, di prima rasoterra su cross da sinistra.

Ma il sogno sembra trasformarsi in un incubo: al 58°, angolo di Zanoli e testa di Maggiore che, questa volta, scivola tra i guanti di un non impeccabile –ca va sans dir -Scuffet.

Al 76°, dopo il sogno e l’incubo, è ora di ritornare coi piedi per terra e di andare a prendersi la salvezza: Mina – d’imperio – recupera palla nella propria aerea, lancio lungo, da prassi, per Shomurodov che, in giornata di grazia, vince due rimpalli e deposita in rete.

Il dopo è solo una lunga attesa prima di poter dire: è finita. E dirlo dopo un po’ di sofferenza, ha più sapore.

Prima di chiudere, azzardo un pronostico nefasto per i nostri avversari di oggi: potrebbe essere stata l’ultima partita di Liverani.

E con questo, mentre allo stadio si festeggia con saltelli liberatori, credo di aver detto tutto. Del resto, avevo promesso che, oggi, sarei stato preciso.

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